martedì 28 agosto 2007

SPAGNA - Valencia

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domenica 26 agosto 2007

Il mandala

Il Mandala rappresenta secondo i buddhisti il processo secondo cui il cosmo si è formato dal suo centro; attraverso un articolato simbolismo consente una sorta di viaggio iniziatico che permette di crescere interiormente.
I buddhisti riconoscono, però, che i veri Mandala possono essere solamente mentali, le immagine fisiche servono per costruire il vero Mandala che si forma nella mente della gente e vengono consacrate solo per il periodo durante il quale è utilizzato per il servizio religioso.
Al termine del lavoro, dopo un certo periodo di tempo, il mandala viene semplicemente "distrutto", spazzando via la sabbia di cui è composto. Questo gesto vuole ricordare la caducità delle cose e la rinascita, essendo la forza distruttrice, anche una forza che dà la vita.
Il termine Mandala (lett. cerchio) si ritrova in varie culture, tra cui quella buddhista, mentre il corrispettivo induista è lo Yantra (lett. strumento). Lo Yantra è simile al Mandala, tuttavia le due tecniche si differenziano per la complessità: lo Yantra è molto più schematico, limitandosi ad usare figure geometriche e lettere in sanscrito, mentre nel Mandala sono rappresentati anche - in maniera talvolta particolareggiata - luoghi, figure ed oggetti.

Storia [modifica]
Non vi è al mondo un altro disegno simbolico così universale come il mandala; esiste da sempre, compare in tempi diversi e in ogni cultura visto che il più antico mandala sin qui conosciuto è una “ruota solare” paleolitica scoperta nell’Africa del sud. Ma mirabili esempi di mandala cristiani si trovano già nel primo Medioevo, mostrando perlopiù Cristo nel centro ed i quattro evangelisti o i loro simboli ai quattro punti cardinali. Inoltre possiamo osservare figure mandaliche nei rosoni delle nostre chiese, nei labirinti, nelle forme di certi templi, come pure nei siti etruschi e romani. Anche la natura attorno a noi spesso si presenta sotto forme mandaliche: nella frutta, nelle pietre, nei fiori, tra gli alberi, su nel cielo. Oltre ad essere disegnati i mandala vengono anche “vissuti”: in India esiste la danza del mandala, tra gli indiani Navaho la persona da curare viene collocata al centro del cerchio disegnato sul terreno mentre in occidente l’idea del centro e del cerchio protettivo si ritrova in numerose danze popolari oltre che nel girotondo dei bambini.

Esempio di Mandala buddhista. Tokyo, Giappone.
I Mandala hanno una tradizione antichissima e, nello scorso secolo, anche un grande studioso della psicologia occidentale ne ha fatto uno strumento di studio delle personalità dell'uomo. Si parla dello psicanalista svizzero Carl Gustav Jung (26 luglio 1875 Kesswil - 6 giugno 1961 Küsnacht), che sull'argomento ha scritto 4 saggi dopo averli studiati per oltre venti anni. Secondo Jung durante i periodi di tensione psichica figure mandaliche possono apparire spontaneamente nei sogni per portare o indicare la possibilità di un ordine interiore. Il simbolo del mandala, quindi, non è solo un’affascinante forma espressiva ma, agendo a ritroso, esercita anche un’azione sull’autore del disegno perché in questo simbolo si nasconde un effetto magico molto antico: l’immagine ha lo scopo di tracciare un magico solco intorno al centro, un recinto sacro della personalità più intima, un cerchio protettivo che evita la “dispersione” e tiene lontane le preoccupazioni provocate dall’esterno. Ma c’è di più: oltre ad operare al fine di restaurare un ordinamento precedentemente in vigore, un mandala persegue anche la finalità creativa di dare espressione e forma a qualche cosa che tuttora non esiste, a qualcosa di nuovo e di unico. Come afferma Marie-Louise Von Franz (allieva di Jung), il secondo aspetto è ancora più importante del primo ma non lo contraddice poiché, nella maggior parte dei casi, ciò che vale a restaurare il vecchio ordine, comporta simultaneamente qualche nuovo elemento creativo.

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il paradossografo

Antoni Gaudì


ALCUNE CONSIDERAZIONI SU GAUDI' di Michele Palamara (dalla puntata de "Il Milione" andata in onda sul canale satellitare Marco Polo Tv il 20 novembre 2004) Una vita avvolta nel mistero Si è parlato e si continua a parlare moltissimo di Gaudì, il grande architetto catalano, soprattutto di recente, da quando nel 2002 è stato festeggiato il 150 anniversario della sua nascita.
Ultimamente, è stato anche avviato il suo processo di beatificazione. L'idea nacque nel 1992, in occasione del 140 anniversario della sua nascita, quando si costituì a Barcellona l'associazione che due anni dopo avrebbe consegnato all'arcivescovo della città tutta la documentazione necessaria. Ebbene, nel 1998, l'arcivescovo di Barcellona, Ricard Maria Carles, ha appoggiato in pieno l'iniziativa, ed ora si è in attesa delle prove che attestino la liberazione dal pericolo o la guarigione di qualcuno da parte di Gaudì.
Ma ci si potrebbe chiedere perchè è stata proposta la beatificazione per Gaudì? La risposta sta nella stessa volontà dell'architetto, che nelle sue opere ha sempre manifestato il desiderio di essere "l'architetto di Dio". Gaudì considerava la natura un'architettura divina e riteneva di poter fungere da intermediario architettonico fra Dio e gli uomini. Dalla natura traeva le forme architettoniche. "Ciò che è in natura è funzionale, e ciò che è funzionale è bello......Vedete quell'albero? Lui è il mio maestro" diceva Gaudi a chi gli domandava da dove traeva le sue forme. Ciò è palpabile in alcune sue opere che sembrano essere veri e propri atti di fede come la sua più famosa opera, la Sagrada Familia, ancora incompiuta, o come la Cripta della Colonia Guell, dove ogni elemento decorativo ha un profondo simbolismo religioso, esempi di una fede fortissima radicata nel centro rurale dove Gaudì ha vissuto da bambino, e dove la professione del cristianesimo era l'anello di congiunzione fra l'individuo e la collettività.
Si è detto tanto sulle sue condizioni fisiche, sul suo modo di vivere. Addirittura si è detto che soltanto un persona che facesse uso di sostanze stupefacenti avrebbe potuto partorire tali mirabili risultati. Per questa teoria si è preso come spunto la forma di un padiglione del parco Guell assomigliante a un fungo allucinogeno. Si è anche spettegolato sulla sua condizione di "eterno single". Ma c'è un altro argomento che ultimamente affascina gli storiografi di Gaudì ed è proprio quello del suo paese natio. Reus, come si è sempre saputo? O Riudoms, a pochissimi chilometri di distanza? ambedue nella provincia di Terragona.
A dire il vero le prove su cui si basano i sostenitori di Riudoms sono labili. E' invece certo che alcune ore dopo la sua nascita Gaudì sia stato battezzato a Reus, e non si spiegherebbe il motivo per cui un bambino appena nato, in non perfette condizioni fisiche, avrebbe dovuto affrontare tale viaggio, sia pur di pochi chilometri. Ma la polemica appare sterile. L'ambiente in cui ha vissuto Gaudì è comunque quello rurale catalano, ed questo che può avere influito sulla sua personalità di artista, come ha influito certamente la sua appartenenza ad una famiglia di artigiani sia da parte di padre che da parte di madre. Ambedue le città, comunque, sia Reus che Riudoms se ne assumono la paternità e ambedue ne vanno orgogliose.
E', invece, interessante fare notare che la prima opera di Gaudì, secondo lo storico catalano Ernest Vallhonrat i Llurba, non si trovi a Barcellona, bensì a Terragona, ed è la Cappella del Collegio di Gesù e Maria, da lui progetta nel 1877, un anno prima della sua laurea. Ma in tutte le opere di Gaudì appaiono le sue radici locali, dai superbi paesaggi naturali catalani, alle architetture mudejar aragonesi (casa Vicens), a quelle gotico-catalane (Bellesguard). Ed è sorprendente come egli con le sue opere sia riuscito a dialogare col mondo intero.
Soltanto il barocco, sintetizzato in forma modernista da Gaudi, non appartiene certamente alla cultura catalana. Tuttavia è impossibile non vedere nella Sagrada Familia il tipico barocco spagnolo slanciatissimo in altezza, molto in uso nel 700 oltre che in Castilla e Andalusia, anche in Sicilia e Sudamerica e nella facciata della natività il tipico portale retablò churrigueresco, anch'esso in voga nel 700.
Ma l'opera di Gaudi non può essere letta a fondo a prescindere del periodo in cui essa si sviluppò. Barcellona a cavallo fra 800 e 900 era forse l'unica città della Spagna vitale, non dormiente. Era una città che aveva ripreso ad essere capitale del commercio, ma questa volta via Atlantico, una città che andava demolendo le mura esterne e si andava sviluppando secondo i tracciati dettati da Ildefonso Cerdà. Ed è proprio qui che si sviluppa il modernismo di Gaudì, coevo del nostro Liberty. In questa città Gaudì ebbe anche la fortuna di incontrare un ricco industriale, rimasto estasiato da una vetrina per un negozio di guanti disegnata dal maestro in gioventù. Si trattava di Eusebi Guell, il quale, diventando il suo mecenate, gli diede massima fiducia e massima disponibilità economica affinchè Gaudi potesse lasciarci ciò che ci ha lasciato.
Un'architettura, tradizionalista o avanguardista che sia, fatta di forme nuove, frutto di continue sperimentazioni che il maestro, grazie alla pratica svolta presso l'officina del padre calderaro, svolgeva spesso con modelli tridimensionali e a volte in cantiere stesso. Tali sperimentazioni in cantiere, come nella Cripta della Colonia Guell, lo portarono a realizzare pilastri inclinati, volte ardite e strutture portanti atipiche.
Gaudi era strutturalista come Viollet Le Duc, nello stesso tempo era legato alle forme artigianali, come Morris, ed eclettico, nel senso che dagli stili del passato prendeva ciò che più si addiceva alle sue idee formali, sperimentando e cercando di correggerne i difetti.
Nelle sue opere egli sembrava plasmare la natura, come nel Parco Guell dove usa le pietre del posto, ed in questo si può definire, senz'altro, un precursore di Wright, ma non un ecologista, come hanno detto alcuni, dato che nel periodo in cui viveva non c'era bisogno di esserlo, grazie a Dio.
Le opere più significative
Forte gusto islamico mostra “El capricho”, a Comillas, Cantabria, con torre nell'angolo, molto usata anche nel liberty siciliano.
Decisamente islamica è anche Casa Vicens, costruita per un commerciante di ceramiche, a Gracia, appena fuori Barcellona, oggi inglobata. E’ decorata con muqarnas e archi mistilinei.
Gusto decisamente islamico anche nella Finca Guell con forti riferimenti ad Atlantida di Verdaguer
In Palazzo Guell, unico suo edificio nel “barrio gotico” di Barcellona, appare per la prima volta l'arco catenario o parabolico, da lui usatissimo in molte altre opere.
Nel Collegio Teresiano è presente lo steso tipo di arco, adattissimo per coprire gli angusti corridoi. Mentre il bianco dei muri contrasta sobriamente con i mattoni faccia vista di colonne tortili o con alto pulvino alla maniera araba.

La scala di Casa Calvet, con archi ribassati e colonne tortili, ci ricorda alcune case con patio gotico-catalane della stessa Barcellona ma anche di Sicilia (Casa Abelo a Siracusa)

Nella sala di candeggio della cooperativa mataronense le grandi arcate a diaframma sono un revival delle grandi arcate dei dormitori cistercensi (monastero di Poblet) e delle grandi sale gotico-catalane (salone Cruyllas a Calatabiano, in Sicilia e Salon del Tinell a Barcellona)

Nella Cripta della Colonia Guell, con grandi sperimentazioni in cantiere, fatte con modelli con corde e sacchetti contenenti pesi, Gaudi realizza volte paraboliche e nervate su pilastri obliqui. In questa opera c'è anche un grande simbolismo religioso. Le volte dall’aspetto di scheletro possono essere state lo spunto per alcune opere di Calatrava.
Nella torre Bellesguard, Gaudi riprende invece i temi dell'architettura civile catalana in onore a Martino I, che nel 400 aveva la residenza nello stesso luogo.

Parco Guell doveva essere una città giardino con 60 case unifamiliari. Il progetto non ebbe successo e grazie a questo oggi Barcellona può godere di un polmone verde in più. Pilastri obliqui, applicazione di vetri e ceramiche su superfici curve (trincadis), un ampio terrazzo poggiante su colonne doriche trabeate, che in progetto doveva essere un mercato coperto e un drago all'entrata, sono gli elementi caratterizzanti di questo famosissimo progetto.
Casa Batllo è un progetto di restauro di un edificio già esistente nel Paseo de Gracia, di passo stretto, in quella che poi sarà in seguito definita la mela della discordia per la differenza di stili dei vari palazzi. Elementi curvi, mosaici e ciminiere per una facciata barocca ondulata alla maniera spagnola, ma anche siciliana (Chiesa del Carmine a Milazzo)

La Casa Millà (“la Pedrera”) sembra ricavata dalla roccia. In realtà ha struttura è in acciaio ed è ricoperta da grandi blocchi di pietra lavorati a pie d'opera. Il palazzo segue perfettamente l'andamento del lotto disegnato da Ildefonso Cerdà. Anche qui l'aspetto è barocco.
Nella Sagrada Familia i pinnacoli e le guglie sono di chiara provenienza gotica, ma non catalana, bensì francese. Le strutture si reggono da sole, non hanno bisogno di archi rampanti e contrafforti e la costruzione procede per passi verticali non orizzontali. Ogni torre è infatti autosostenuta. Le alte torri strette fra loro ricordano anche il barocco spagnolo settecentesco.

La decisione di costruite l’immenso edificio, dedicato alla sacra famiglia, fu di una congregazione di devoti di San Giuseppe, capitanati dall’editore Bocabella. Incaricato del progetto fu inizialmente l'arch. Villar. Ma questi presto venne licenziato per incompatibilità coi committenti e l'incarico venne affidato a Martorell, che per aver redatto la perizia contro Villar rinunciò per motivi deontologici all'incarico affidando il lavori a Gaudì, all'età di soli 31 anni.
La Sagrada Famiglia è ancora in costruzione, come prevedeva lo stesso Gaudì al momento di redigere il primo progetto.
Esistono alcune analogie fra l’architettura di Gaudi e quella di Ernesto Basile, palermitano e maggior esponente del liberty italiano. Ambedue sperimentano in forma romantica le architetture radicate nel territorio come quella araba (presente sia in Sicilia che in Spagna) e lo stesso gotico catalano. Ambedue realizzano le loro migliori opere, capisaldi del modernismo in Spagna e del liberty in Italia, grazie ai loro mecenati, da un lato Guell dall'altro Florio.

http://it.wikipedia.org/wiki/Gaudì
www.vivagaudi.org/

opere:
Pabellones Güell (1883, Barcellona)
Sagrada Família (1884-1926, Barcellona)
Casa Milà (detta La Pedrera) (1905-1907, Barcellona)
Il Capriccio (Comillas, Santander)
Parco Güell (1900-1914, Barcellona)
Casa Vicens (1878-1880) Palazzo Güell (1885-1889, Barcellona)
Collegio di Santa Maria de Jesús (1889-1894)
Santa Coloma de Cervelló (1898-1915)
Casa Calvet (1899-1904, Barcellona)
Bellesguard (1900, Barcellona)
Casa Batlló (1905-1907, Barcellona)
Palazzo vescovile di Astorga Casa de Botines (León)

www.greatbuildings.com/buildings/Casa_Mila.
www.studiotsunami.it/gaudi/Parkguell.htm

Mosaico



giovedì 23 agosto 2007

Aspettando le pillole


E' stato impegnativo, ma lle pillole sono finite.
Adesso mi siedo e aspetto

mercoledì 22 agosto 2007

Simboli e non solo

martedì 21 agosto 2007

Appuntamenti

ITALIA, Gennaio 6, Ivrea, Carnevale, Battaglia delle arance
ITALIA, Ottobre 6-14, Salone nautico di Genova www.fiera.ge.it/index.aspx, www.salonenautico-online.it/
ITALIA, Metà novembre, Alba, Fiera del tartufo www.fieradeltartufo.org/

SPAGNA, Luglio 6-14, Pamplona, San Firmino
SPAGNA, Agosto (ultimo giovedì del mese), Bunol (Valencia), Festa della Tomatina

domenica 19 agosto 2007

Giardini in pietra e sassi

www.lavorincasa.it/giardino/giardino14.php (pavimentare il giardino)
www.castorama.it/cataloghi_castorama/04_2007/arredo_giardino/artI1507.php (posare le lastre)
www.giardinigiardini.com/owa-z/giardini.foto_articolo?idarticolo=1407 www.pietrainarte.com/disegni.php
www.rusticideltrusco.it/rustici/realizzazioni.asp


pietre da giardino, posa pavimentazione, ciottoli esterni

Lucciole per curare i tumori

di: Massimo Bertolucci
Ricercatori britannici del National Medical Laser Centre dell’University College di Londra, guidati da Theodossis Theodossiou, sostengono che le lucciole potrebbero rappresentare una efficace arma per combattere le patologie tumorali. Con lo scopo di provocare una concatenazione di eventi che potrebbero combattere i tumori, i ricercatori hanno impiantato il gene della lucciola, responsabile dell'attivazione di luce bioluminescente, all'interno di una cultura di cellule tumorali modificate. L'innesco di questa sorgente luminescente, nota come sorgente luciferina, ha conferito brillantezza alle cellule modificate, ricalcando esattamente la dinamica luminescente delle lucciole. Dopo aver aggiunto un agente fotosensibilizzatore, i ricercatori hanno potuto osservare che la combinazione ottenuta è risultata letale. Le cellule del tumore sono state modificate in modo da esprimere il gene luciferasi delle lucciole e poi incubate con luciferina in laboratorio. Le cellule sono così diventate lampade in miniatura, emettendo la luce necessaria alla loro distruzione. In pratica, si è dimostrato che è la sorgente luminosa generata dalle stesse cellule del tumore ad innescare la propria distruzione.
Con la tecnica BLADe ( BioLuminescence Activated Destruction of cancer ) si potrebbe ulteriormente affinare la terapia fotodinamica, una cura mirata che utilizza lampi luminescenti per attaccare le cellule malate vicino la superficie dell'epidermide oppure degli organi interni. La terapia fotodinamica prevede anche il trattamento delle cellule tumorali con un fotosensibilizzatore e poi l'esposizione a fasci laser o altre tipologie di raggi esterni. Ne consegue la produzione di specie attive di ossigeno che possono sopprimere le cellule malate. Tuttavia, per raggiungere le cellule malate, le sorgenti luminescenti esterne riescono a passare solo attraverso una minuscola quantità di tessuti. La sperimentazione della tecnica BLADe ha avuto come scopo quello di tentare di curare tumori più in profondità, innescando il fascio luminoso all'interno delle cellule malate. La ricerca è stata divulgata dal periodico “Cancer Research”.

La lucciola (Lampyris sp. "Lucciola")

Illuminati: le lucciole
Phausis splendidula
Ordine: Coleotteri
Famiglia: Lampiridi
Lunghezza: 8–10 mm
Visibile sul Monte Argentario: maggio/giugno. Dopo il tramonto.
Ambiente: boschi, giardini, sentieri, macchia. Volano a un’altezza di 1-1,5 m. Area geografica: le lucciole che emettono segnali luminosi intermittenti si trovano nei tropici e in tutta l’Europa centrale e meridionale; molte rare in Europa settentrionale.
Caratteristiche: il dimorfismo sessuale è particolarmente marcato nelle lucciole. Il maschio ha vere e proprie ali, ricoperte di uno strato protettivo marrone e leggermente corrugato in senso verticale. Le ali delle femmine sono invece ridotte a minuscole squame, che non permettono di sollevarsi in volo e che lasciano intravedere i segmenti del corpo. Sulla parte ventrale dell’ultimo segmento si trovano gli organi luminescenti. I lampiridi sono tra i rari animali sulla terra che emettono luce.
Vita e sviluppo: in tutti gli stadi di sviluppo, questa specie è dotata di organi che emettono luce e che sono poi usati dagli adulti per trovare il partner. La luce viene generata tramite un materiale luminescente chiamato luciferina. Il segnale intermittente viene emesso solo dai maschi rivali che volano al buio cercando di attrarre l’attenzione di una potenziale sposa. Le 2000 speci di questa famiglia si differiscono dal ritmo dei messaggi d’amore che emettono. “Si tratta di ritmi molto precisi”, spiega la biologa Sara Lewis della Tufts University di Medford, Massachussets. “Ogni specie ha il proprio codice.” Le larve delle lucciole si nutrono di chiocciole e piante. Anche le larve emettono una luce, ma molto debole. Volano solo i maschi. Gli adulti non mangiano più e i maschi muoiono poco dopo l’accoppiamento. Le femmine sopravvivono per un paio di giorni, il tempo di deporre le uova nella terra.


LUCCIOLA LUCCIOLA VIEN DA METI DARO' IL PAN DEL RE IL PAN DEL RE E DELLA REGINA LUCCIOLA LUCCIOLA VIEN VICINA

Leisha Hailey

http://leishahailey.com/

Damien Rice - http://damienrice.com

Damien Rice ha la sua prima esperienza musicale nel gruppo dei Juniper, con cui raggiunge un discreto successo con il singolo "Weatherman". Tuttavia nel 1999, subito prima di incidere un album per la Polygram, Damien abbandona il gruppo a causa delle richieste troppo esigenti della casa discografica, che vuole spingere il gruppo verso obiettivi troppo commerciali che lasciano poco spazio alle vere intenzioni del cantante. Dopo l'uscita di Damien Rice dal gruppo, Paul Noonan lo sostituisce e i Juniper diventano i Bell X1.
Nel marzo 1999 Damien si trasferisce in Toscana, per poi girare tutta l'Europa. Torna a Dublino un anno dopo pieno di idee. Sembra trovare un nuovo approccio alla musica e decide di registrare alcune canzoni. Invia il suo demo al produttore David Arnold (lo stesso di Bjork), che rimane impressionato dalla voce del cantautore irlandese e finanzia il progetto musicale di Damien, procurandogli un po' di soldi per mettere in piedi uno studio mobile tutto suo. Nel 2002 esce l'album d'esordio O, preceduto dal singolo The Blower's Daugther. Il successo è mondiale, e Damien vince lo Shortlist Music Prize nel 2003. Molte delle canzoni di O vengono scelte per far parte della colonna sonora di molte serie televisive: Delicate in Lost, Dr House MD, Alias e CSI: Miami, Cold Water in ER e Cannonball in The L Word e in The O.C. Nel 2004 The Blower's Daugther e le note al pianoforte di Cold Water fanno da colonna sonora al film Closer di Mike Nichols. The Blower's Daugther viene usata anche nel film di Nanni Moretti del 2006 Il Caimano.
Adesso Damien canta con Lisa Hannigan e ha alle spalle un grande album di successo uscito in Irlanda nel 2002: O, uscito nel luglio 2003 anche in America e in Europa, è un album acclamato dalla critica che ha portato Damien ad alcune illustri apprizioni televisive (come al David Letterman Show). Damien e Lisa sono accompagnati da Tom Osander (batteria), Shane Fitzsimons (basso) e dal dolcissimo cello di Vyvienne Long.
Con Christy Moore, una leggenda della musica irlandese, incide nel 2004 il singolo Lonely Soldier, il cui ricavato va in beneficenza. Lonely Soldier fu scritta originariamente per il film "Mickybo & me", e poi sostituita da "Steal a Mule", sempre di Rice. Nel Febbraio 2005 Damien canta con Tori Amos The Power of Orange Knickers, dall'album The Beekeeper della cantante americana.
Nell'estate 2005 esce Unplayed Piano, canzone dedicata a Aung San Suu Kyi, leader della Birmania da tempo tenuta sotto gli arresti domiciliari. Per l'album Warchild, che raccoglie canzoni di numerosi artisti acquistabili su internet per beneficenza, Damien Rice e Lisa Hannigan cantano Cross-eyed Bear, che Damien aveva scritto ai tempi dei Juniper (con il titolo Jewellery Box). Collabora poi con Glen Hansard, cantante leader dei The Frames, scrivendo Leave, canzone che compare nell'album di Glen, "The Swell Season" del 21 aprile 2006. Lisa Hannigan intanto canta Banríon mo Chroí, traduzione in gaelico di Queen Of My Heart dei Mary Janes (il vecchio gruppo di Mic Christopher). Questa canzone, insieme a molte altre canzoni in gaelico, compare nella compilation "Ceol 06" (in gaelico Ceol significa musica).
Nel 2006 Damien suona in tour in America con Fiona Apple, e durante uno show a Toronto anticipa una probabile uscita del nuovo album per dicembre 2006. Intanto organizza, insieme ad alcuni amici, l'edizione 2006 dell'Electric Picnic, festival che si tiene in Irlanda i primi di settembre. Oltre a Damien Rice e la sua band, hanno partecipato al festival del 2006 Josh Ritter, Yeah Yeah Yeahs, The Frames, Bloc Party, Rufus Wainwright, Antony and the Johnsons, Devendra Banhart, Mundy, Broken Social Scene ed altri.
Il 6 novembre 2006 esce 9, il secondo album di Damien Rice.
Il 20 novembre esce il primo singolo estratto dall'album, "9 Crimes", il 5 febbraio esce il secondo, "Rootless Tree". Un mese dopo il terzo singolo, "Dogs", esce solo in Olanda in edizione limitata ed è un cofanetto di 3 cd contenenti alcune esibizioni dal vivo in Olanda.
Il 25 marzo 2007 il sito ufficiale di Damien comunica l'uscita di Lisa Hannigan dalla band.

Augusten Burroughs - www.augusten.com

Augusten Xon Burroughs, nato Christopher Robison (Pittsburgh, 23 ottobre 1965) è uno scrittore statunitense. Ha scritto i romanzi autobiografici Correndo con le forbici in mano, da cui è stato tratto un film con Gwyneth Paltrow, Annette Bening e Joseph Fiennes, e Dry. Il primo racconta parte della sua infanzia e giovinezza trascorse in casa dello psicologo della madre in compagnia di una famiglia davvero surreale, il secondo è un resoconto del suo percorso di disintossicazione dall'alcol. Ha inoltre pubblicato due raccolte di racconti autobiografici: Magical Thinking: True Stories, tradotto in Italia con il titolo Cunnilingusville, Possible side effects, ancora inedito, e il romanzo Sellevision, ambientato nel mondo delle televendite e anch'esso ancora inedito in Italia.
Fin da ragazzo ha girovagato per città e mestieri: addestratore di cani, Boston, commesso in un negozio di dolci, cameriere, San Francisco, velaio, ispettore di sala in un grande magazzino, Chicago, finché a diciannove anni è diventato copywriter pubblicitario a New York. Nel 2000 il suo esordio con Sellevision, due anni dopo Correndo con le forbici in mano, e nel 2003 è la volta di Dry, subito clamorosi bestseller. Autore famoso e amatissimo, vive oggi a Manhattan con il suo cane Bentley

venerdì 10 agosto 2007

Birra

Azienda nata nel 1968, dal 1992 fa parte del gruppo Boutari.

PRODOTTA DA: Northern Greece Breweries
LOCALITA': Salonicco (Grecia)
TIPOLOGIA: Lager
COLORE: Biondo brillante
FERMENTAZIONE: Bassa
GUSTO: Cereali
AROMA: Luppolo
SCHIUMA: Fine e persistente
CLASSIFICAZIONE: Birra normale
GRADI SACCAROMETRICI: 11,5
GRADI ALCOLICI: 5%
TEMPERATURA DI SERVIZIO: 7°
BICCHIERE CONSIGLIATO: Pinta
ABBINAMENTI GASTRONOMICI: Formaggi, pesce azzurro

www.mythosbrewery.gr/index.asp?c=37
www.webalice.it/gianluca.betti/schede_birra.htm
www.realalesociety.it/realale_master2-2.shtm
http://it.wikipedia.org/wiki/Birra

Contatti in Italia:
Athena S.A.S. di Teodoro Bletas & Co
Via Casoni 16/A
40128 Bologna
Attn. Mrs. Giula Bletas Tel. 0039 051 359 606

Milano

www.storiadimilano.it/cron/dal1601al1625.htm

Il gelsomino

Generalità: il Trachelospermum appartiene alla famiglia delle Apocynaceae ed è originario dell'Asia. Si tratta di un genere che conta circa 30 specie di arbusti rampicanti sempreverdi, adatti a vivere in zone con clima temperato caldo. Hanno fusti flessibili e sottili, di colore verde o rossastro; le foglie sono lanceolate, di colore verde scuro, lucide e cuoiose. Il Trachelospermum cresce rigoglioso in tutta Italia, ad eccezione di quelle regioni dove le temperature durante l'inverno sono particolarmente rigide.Il periodo più adatto per piantare il Trachelospermum è la primavera, tra la fine di aprile e l'inizio di maggio. Durante la fase iniziale della crescita, la pianta deve essere sostenuta e sorretta con appositi sostegni, nonché guidata perché assuma la forma desiderata. Ha crescita abbastanza rapida, e può raggiungere i 5-6 metri di altezza; per la loro fitta vegetazione sempreverde spesso vengono utilizzati anche come siepe.

Esposizione: è una pianta che predilige posizioni soleggiate e necessita di un terreno ricco di materiale organico, soffice e ben drenato, anche se ha uno sviluppo adeguato anche nella normale terra da giardino.Le annaffiature devono essere moderate e regolari, soprattutto per gli esemplari giovani; si lasci sempre asciugare perfettamente il terreno tra un'annaffiatura e l'altra. Gli esemplari a dimora da alcuni anni in genere si accontentano delle piogge, necessitano di annaffiature solo in caso di siccità molto prolungata.

Fioritura: si verifica in estate nei mesi di giugno e luglio. I fiori, raggruppati in cime, sono piccoli, bianchi e delicatamente profumati. A fioritura avvenuta, si consiglia di ripulire la pianta da tutte le infiorescenze appassite.

Moltiplicazione: avviene per talea. Più precisamente, dopo la fioritura, nel periodo di luglio-agosto, si prelevano dai rami principali talee di circa 10 cm, che dovranno essere piantate in un miscuglio di torba e sabbia negli appositi cassoni, dove dovranno rimanere per tutto l'inverno. Una volta avvenuta la radicazione, le piantine verranno collocate in vasi di circa 10 cm di diametro; si dovrà attendere la primavera per poterle piantare all'aperto, nella posizione desiderata.In aprile-maggio si consiglia di effettuare le potature necessarie, intervenendo sui rami più vigorosi.Tra le specie più importanti ricordiamo il Trachelospermum jasminoides, la specie più coltivata, e il Trachelospermum majus, che si caratterizza per le foglie, che durante l'autunno e l'inverno diventano color arancio-rosso.

Parassiti e malattie: i Trachelospermum vengono spesso attaccati dalla cocciniglia.