martedì 1 gennaio 2008

Perchè Starbucks non c’è in Italia?

Almeno una discreta percentuale del nostro "logorio quotidiano" la dobbiamo nobilmente riconoscere al terribile vizio di porre domande.
Le domande poste al prossimo sono sempre molto più generose di quelle poste a se stessi.

Frustranti sono le domande che non trovano risposta. Nè dagli altri, nè da noi stessi.

Una di queste per me è stata:
"Perchè Starbucks non c’è in Italia?"

Finalmente qualcuno, nella mia medesima angoscia, ha svelato il mistero.
Anche se in minima parte, fornisce una risposta un articolo pubblicato sul Corriere della Sera intitolato "E’ il libero mercato a fare il caffè vincente".
Nella prima colonna e mezza dell’articolo si parla di economia in generale.
Passate subito a dove si inizia a leggere la parolina magica Starbucks e si analizza perchè, in questo “paese”, non sia ancora arrivato: prima di tutto (secondo l’analista) il prezzo del caffè della grande catena è un furto: 2,50 euro ma, alla gente di New York, Londra, Tokyo non interessa il costo bensì che il coffee shop sia quello più vicino a loro quando, per esempio, scendono dal treno.Quindi, secondo l’economista, il businness di Starbucks non è tanto il prodotto, ma il luogo nel quale il negozio è situato e, dunque in Italia non avrebbe mercato perchè ci sono dozzine di bar a ogni angolo che offrono caffè ad un prezzo minore.
Infine, l’articolo, conclude dicendo che Starbucks non ha alcun interesse a venire in Italia non perchè il nostro caffè sia più buono (a me non piace), non perchè l’ambiente dei nostri bar sia meglio (è di sicuro più gradevole quello di Starbucks, e non sono io a dirlo, ma lo scrittore dell’articolo) ma perchè non c’è la stessa scarsità di offerta che c’era nelle altre città quando Starbucks è arrivato.

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