PORTOGALLO I
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www.guidesdecharme.com/reservation_hotel-fiche_id-FICH06497138----.html Pousada do Infante Hôtel de charme à SAGRES www.portugalvirtual.pt/pousadas/sagres/pt/index.html
L'Algarve Fino a pochi anni fa era il regno dei pacchetti turistici. Oggi in Algarve, la meta balneare più cementificata del Portogallo, si comincia a puntare su piccoli alberghi di charme e locali d’atmosfera. Luoghi ancora segreti, ma che si possono scoprire partendo dal paesino di Quelfes. Pedras Verdes è un buen retiro nascosto in mezzo a ulivi e alberi da frutto, con solo sei camere in stile minimal. La colazione è servita in giardino, ai bordi della piscina. L’entroterra, rinfrescato da una brezza che porta i profumi degli agrumi e della macchia mediterranea, ha fatto innamorare i primi stranieri che l’hanno scoperto qualche decina di anni fa. Tanto che molti sono rimasti, e sono sempre di più quelli che aprono agli ospiti le loro case, rinnovate con cura e passione.
La piscina di Pedras Verdes
Come Quinta da Cebola Vermelha, una fattoria nei pressi del placido paesino di Boliqueime, conosciuto per le sue fonti naturali. Dimora della famiglia olandese de Schepper, ha cinque camere, pavimenti originali di pietra, tessuti naturali, un’accattivante atmosfera rustico-chic. Da Paderne, in pochi minuti d’auto si raggiunge la Galeria Corte Real, una vecchia casa di pietra immersa nel verde e nel silenzio, che due designer, Pedro Corte Real e Tom Compton, hanno allestito come home-gallery, abitazione dove ospitare amici e artisti, vetrina di creativi portoghesi e stranieri. Ci sono habitué che ci si rifugiano per l’intera giornata, per poi ritrovarsi ai tavolini sotto gli alberi di Zip Zip (tel. 00351.28.93.67.155, chiuso lun.), taverna senza pretese tra la manciata di case di Purgatorio, dove ordinare stufato di coniglio, sardine alla griglia e altre delizie. Inoltrarsi nell’interno può offrire altre piacevoli scoperte: la strada 124 porta a Silves, capitale della regione durante il dominio moresco, con i resti delle mura di cinta di arenaria, torri e giardini, una cattedrale sorta sulla moschea e atelier dove si lavorano sughero e ceramica. Imboccando poi la 266 si raggiunge la Serra de Monchique, parco naturale di pini, castagni ed eucalipti, con la stazione termale di Caldas de Monchique, nota fin dai tempi dei Romani per le proprietà curative delle sue fonti.
Lisbona
Frutti di mare da Ramiro. Cambia soprattutto la capitale, una delle più vibranti d'Europa, dove vale la pena di fermarsi qualche giorno per approfittare della vasta offerta culturale. Tra gli eventi, si segnala, tra il dal 7 al 24 giugno, il Lisbon Village Festival, dedicato alle arti e alla musica dell’epoca digitale (http://lisbon.villagefestival.net/). La capitale offre poi un mélange di contrasti, tra ivicoli medievali dell’Alfamache si inerpicano fino al Castello di São Jorge, le monumentali piazze affacciate sul Tago, le nuove architetture che hanno cambiato il modo di vivere la metropoli. Una miriade di locali popolano i vecchi quartieri recuperati del Bairro Alto e del Chiado, dove si suona fado, jazz ed etno-fusion e si serve il mondo in tavola. Se da Eleven, una stella Michelin, si gustano i sapori mediterranei arricchiti dai prodotti del territorio, da Ramiro, meno raffinato, sono insuperabili i frutti di mare e i gamberi al sale sempre freschi. Il quartiere Santos è diventato il centro del giovane design portoghese, apprezzato anche all’estero, che ha una delle sue vetrine più attraenti nel Chado, da Nosso Design. Sulla riva del Tago, la moderna struttura del CBB, il Centro Culturale di Belém, opera di Vittorio Gregotti e Manuel Salgado, è sorto accanto alle icone più classiche della capitale, la Torre di Belém e il Monumento alle scoperte, dedicato ai grandi navigatori della Lisbona imperiale. Alla lista tradizionale dei punti più panoramici – largo de Graça, Santa Luzia, Santa Caterina – si è aggiunto il bar dell’hotel Regency Chiado, in rua Nova Almada, con vetrate e giardini pensili da dove si domina l’intera città.
Estoril e Cascais
A tre quarti d’ora dalla capitale, affacciate sul mare, Estoril e Cascais, ormai unite, sono una classica meta da weekend per i portoghesi. Le ceste per le aragoste continuano a essere raccolte sulle banchine della Praia dos Pescadores e, anche se piuttosto appannata, è rimasta qualche traccia elegante di quando noti personaggi soggiornavano nelle ville e nei grand hotel fin de siècle, passando il tempo fra golf, yacht e roulette. Un po’ dello smalto di quell’epoca d’oro riappare con l’inaugurazione recentissima dell’ultimo hotel 5 stelle, il Grande Real Villa Italia, ex residenza di Umberto II, rimasta abbandonata per oltre vent’anni. Fiore all’occhiello dell’albergo, la spa marina, uno spazio di 900 metri quadri con piscina riscaldata, bagno termale, trattamenti per il corpo e il viso. Ma a Cascais ci sono anche piccoli alberghi sul mare, ricavati da dimore d’epoca come la centralissima Villa Albatroz e il Farol Design Hotel ***, preferito da una clientela giovane per la sua immagine trendy, con camere decorate da stilisti portoghesi. Nei dintorni vale la pena di visitare Boca do Inferno, dove colonne di spuma si infrangono violente sulle rocce, e la spiaggia del Guincho, paradiso di surfisti.
La costa del Sopravento
Sulla costa, la città di Faro, con un centro storico affascinante, fa in qualche modo da linea di confine tra due scenari contrastanti.
Campo da golf di Quinta do Lobo Barlavento, l’ovest roccioso, che alterna scogliere bucherellate di grotte, faraglioni e insenature di sabbia, e Sotavento, l’est piatto e lagunare, straordinario spettacolo di saline, stagni, dune e isole barriera spesso raggiungibili solo in barca, che formano un ecosistema unico. Vale la pena di visitare Cacela Velha, poco distante dal confine spagnolo, piccolo borgo di pescatori rimasto intatto. Niente altro che una fortezza ottagonale, una chiesa, qualche casa tradizionale, con terrazzino affacciato sulla laguna, che gli stranieri con lo spirito da pionieri si contendono all’ultimo euro e un paio di locali di frutti di mare e piatti alla brace. Tavira, chiamata la piccola Venezia, è un gioiello di architettura. Le case dalle facciate rivestite di piastrelle, le ringhiere in ferro battuto e i portoncini dai pannelli a traliccio si specchiano nelle acque del fiume Gilão. A pochi passi, l’imponente Convento da Graça è stato trasformato in pousada, integrando nella struttura originale una parte ultramoderna dove si trovano alcune camere con giardino o patio privati, mentre altre sono ricavate nel vecchio edificio. La piscina a ridosso delle antiche mura della città è particolarmente scenografica, nel cortile si servono pranzo, cena e dolci fatti in casa. Dal molo di Quatro Aguas (2 km dalla città) in estate partono le barche per la Ilha de Tavira, una striscia lunga oltre 10 km dove non è difficile trovare un angolo tranquillo. In alcuni punti il braccio di mare è talmente stretto che si può attraversare a piedi, come a Pedras del Rei. La laguna continua fino all’area protetta del Parque Natural da Ria Formosa che si estende su 60 km di costa. Una delle ragioni per una sosta a Olhão, il principale centro di pesca della regione, è il vivace e colorato mercato ittico. L’altra è il ristorante-enoteca Faz Gostos: fra i piatti, bisque di aragosta e gamberi in crosta di pasta sfoglia, brodo di vongole del Ria Formosa,
Prima colazione a Villa Joyapetto d’anatra con fichi, uva e salsa al porto e il famoso gelato all’olio di oliva. Almancil, con la Chiesa di São Lourenço dall’interno in azulejos bianchi e blu, segnala l’uscita per i campi di golf di Quinta do Lobo e Quinta do Lago, dove si è disputato più volte il Portuguese Open. Ci sono ville e alberghi, fra cui l’ormai classico Hotel Quinta do Lago, http://www.quintadolagohotel.com/. La costa del Sopravento è stata la prima a essere sfruttata turisticamente e Albufeira, uno dei centri più frequentati dell’Algarve, è un delirio di cemento. Ma è un punto di passaggio obbligato per raggiungere una delle migliori tavole del Portogallo: Villa Joya, due stelle Michelin, in una villa-resort dai tocchi moreschi a picco sulla spiaggia più piccola (e meno affollata) di Galé, immersa in un rigoglioso giardino di agavi, palme e ibischi, con camere affacciate sull’Atlantico, piscina privata e spa.
La costa ovest
Anche la costa occidentale è ricca di scorci suggestivi, con formazioni di roccia che spuntano come bizzarre sculture da acque trasparenti, alte scogliere color ocra che nascondono lunghe strisce di sabbia e minuscole insenature. Canoeiro, una caletta di granelli finissimi protetta da un anfiteatro di roccia, è un must della mappa mondana dei portoghesi. In estate e nei weekend è difficile entrare senza prenotazione da Rey das Praias, un ristorante pieds-dans-l’eau dove si gustano i ricercati carabineiros, scampi rossi giganti. Il proprietario è molto fiero di essere stato il primo a offrire la formula lettino da spiaggia a due piazze più bottiglia di champagne.
Ferragudo Ristorantini che servono sardine alla brace non mancano lungo l’estuario del fiume Alvor; da provare poi O Sueste (tel. 00351.282461592, chiuso lun.), evergreen con terrazza sul molo di Ferragudo. Per dormire, la posizione a picco sulla spiaggia di Porto de Mós è uno dei punti di forza di Romantik Hotel Vivenda Miranda, con clientela tedesca. Casa tradizionale rivisitata in chiave moderna, Vila Valverde, 800 metri prima dell’evitabilissima Praia da Luz (enclave da pacchetti inglesi) e a pochi minuti d’auto dalla storica cittadina di Lagos, vede mare e collina ed è protetta da 5 ettari di giardino. Avvicinandosi alla punta il paesaggio si fa brullo, aspro e meno popolato, i turisti con materassino e ombrellone lasciano il posto a birdwatcher, ecoviaggiatori e surfisti attirati dal vento e l’oceano increspato di onde. Sagres, ultimo centro abitato della propaggine più a sudovest d’Europa, ha tutto il sapore di postazione di frontiera. Come la Pousada do Infante, in cima alla scogliera, piuttosto spartana, ma con camere rinnovate di recente e un ristorante che propone pesce e prodotti locali. Nel caso i cannoni ancora puntati sul mare aperto possano lasciare in dubbio, questa estrema propaggine del continente nei secoli è stata il palcoscenico di decisive battaglie tra le flotte delle grandi potenze per il dominio dei mari e dei nuovi territori. Sei km e si arriva a Cabo de São Vicente, con il faro più potente d’Europa e i resti di un monastero depredato da Sir Francis Drake. Un luogo magico, sferzato da venti impossibili che regala emozioni da finis terrae. Risalendo il capo e proseguendo lungo il versante affacciato sull’oceano aperto si stendono gli scenari selvaggi del Parco Naturale del Sudest Alentejano e della Costa Vicentina. Novanta chilometri di magnifica, assoluta solitudine.